Project Description

Lo sbiancamento dei denti fa parte d’ogni pianificazione estetica del sorriso sia come intervento a sé stante sia come interento che precede altri trattamenti restaurativi diretti o indiretti.

Oggi, lo sbiancamento è una procedura non invasiva già sufficientemente supportata da prove scientifiche per una sicura applicazione clinica. Inoltre, con la crescente valorizzazione dell’estetica nella società, la diffusione di questo tipo di trattamento aumenta ogni giorno di più.

Lo sbiancamento dei denti associato ad altre procedure restaurative è anche una via d’approccio molto comune nei trattamenti estetici attuali: è il primo passo che precede il trattamento restaurativo e mira a ripristinare una condizione più omogenea in termini di saturazione e luminosità dei denti da ristrutturare rispetto ai denti adiacenti. Ogni volta che è programmato un trattamento estetico e restaurativo, è opportuno informare il paziente che i restauri futuri, siano essi in composito o in ceramica, non possono essere sbiancati e quindi se egli intendeva o intende sottoporsi a sbiancamento, questo deve essere eseguito prima della realizzazione dei restauri. Diversamente, i restauri dovrebbero poi essere riparati o addirittura sostituiti completamente. Invece, se sono eseguiti dopo lo sbiancamento, i restauri saranno realizzati in conformità con il colore più chiaro ottenuto nel trattamento precedente, così ottimizzando l’esito finale del trattamento proposto.

La tecnica dello sbiancamento nasce intorno alla metà del XIX secolo, come opzione meno invasiva per problemi legati allo scurimento dei denti. Il primo sbiancamento documentato risale al 1848, con l’uso di un cloruro applicato su un dente non vitale. Nei denti vitali, lo sbiancamento risale al 1868 e, nel 1910, si consigliavano già tecniche di sbaincamento in denti vitali con il perossido d’idrogeno associato a calore generato da una fonte di luce o da uno strumento riscaldato. Nel 1960, fu sviluppata la tecnica di sbiancamento domiciliare con perossido di carbamide al 10% applicato per mezzo di mascherine, ma fu solo dopo il 1989 che questa tecnica si diffuse dopo la pubblicazione di un articolo che descriveva la procedura. Da allora, sono stati studiati e sviluppati numerosi prodotti e tecniche. Tuttavia, il loro principale meccanismo d’azione continua a rimanere lo stesso, ovvero l’ossidazione dei pigmenti organici attraverso i prodotti di decomposizione dell’agente sbiancante. I tre approcci principali sono:

  • Sbiancamento domiciliare con supervisione professionale in studio.

  • Sbiancamento in studio.

  • Sbiancamento over-the-counter (il cosiddetto “fai-da-te”).

  Casi clinici