Un dente è un organo biancastro, duro, di consistenza pietrosa, impiantato nell’alveolo delle ossa mascellari e mandibolari, con la funzione di sminuzzare e triturare gli alimenti solidi. I denti servono anche all’articolazione dei suoni e in particolare delle consonanti, dette appunto dentali. Nell’uomo, i denti della prima infanzia, in numero di 20, costituiscono la prima dentizione, detta primaria o decidua. I denti decidui compaiono nel quinto mese di vita extrauterina, per cadere a partire dal quarto o quinto anno di via e lasciare gradualmente il posto ai 32 denti definitivi o permanenti.

Ogni dente è costituito da tre parti:

  • Radice
  • Colletto
  • Corona

La radice, unica per i denti anteriore e in genere multipla per i laterali, è la parte non visibile del dente, in quanto infissa nell’alveolo. La corona costituisce la parte esterna più dura e presenta forma diversa a seconda del dente considerato. Nella corona dentaria si distinguono sempre 5 facce: due laterali di contatto per i denti contigui una posteriore linguale, una anteriore vestibolare e una masticatoria. Il colletto, la parte tra corona e radice, corrisponde all’orletto gengivale ed è separato dalla corona per mezzo di una linea irregolare di colore giallastro per mancanza di smalto. In base alla forma della corona i denti si distinguono in incisivi, canini, premolari e molari. Gli incisivi, in numero di 8, quattro per arcata e due per lato, occupano la parte anteriore della bocca e servono a tagliare i cibi; la corona ha nell’insieme la forma di cuneo; la radice è unica. I canini sono situati immediatamente di lato agli incisivi, nel numero di 4, due per ogni arcata e uno per lato; sono più lunghi e più robusti degli incisivi, hanno radice unica, voluminosa, che solleva la superficie mascellare in una sporgenza, detta bozza canina. I premolari, in numero di 8, quattro per arcata e due per lato, sono collocati dopo i canini e distinti in primo e secondo andando dall’avanti all’indietro; hanno faccia masticatoria quadrangolare ad angoli smussi e con due rilievi detti cuspidi; la radice è unica per gli inferiori, grossa e appiattita, e doppia per i superiori. I molari sono 12, sei per arcata e 3 per lato; nell’uomo sono i denti più grossi. Si designano come primo, secondo e terzo andando dall’avanti all’indietro; il terzo, che compare in genere tardi, attorno al ventesimo anno di vita, è chiamato dente del giudizio; la corona dei molari è cuboide, con faccia masticatoria unica di 4 cuspidi, separate da un doppio solco a croce; la radice è sempre multipla (da 2 a 4 punte). Da quanto detto risulta che i denti permanenti per ciascuna semiarcata sono 8: due incisivi (centrale e laterale), un canino, due premolari (I-II), tre molari (I-II-III).

Embriologicamente i denti sono organi misti: derivano infatti sia dal foglietto mesodermico sia da quello ectodermico. Abbozzi dentari si possono riconoscere precocemente nello sviluppo embrionale, ma la loro evoluzione è notevolmente complessa e lenta, tanto che alla nascita i denti non sono ancora emersi dalle ossa mascellari. Semplificando, si può dire che l’inizio degli abbozzi dentari si manifesta con la sovrapposizione di uno strato di cellule epiteliali, derivate dall’ectoderma, sul mesoderma: queste cellule daranno origine alle ossa mascellari: si forma così la primitiva cresta dentaria. In tempi successivi gettoni di cellule epiteliali si approfondano nel mesoderma, assumendo forma di clava e, separandosi fra loro, danno origine agli abbozzi dentari sia della prima sia della seconda dentatura (questi ultimi più profondi dei primi). Le cellule epiteliali di ogni abbozzo tendono a circoscrivere una cavità in cui si addensa del mesoderma, detto papilla dentaria. Le cellule mesodermiche più esterne della papilla dentaria (strato degli odontoblasti) si addossano alle cellule più interne dello strato ectodermico disposte a palizzata e dette adamantoblasti. Dallo strato degli odontoblasti deriva la dentina definitiva, da quello degli adamantoblasti lo smalto dentario; la parte centrale della papilla dentaria, infine, si trasforma nella polpa dentaria. La radice deriva dalla dentina, per proliferazione verso il basso dello strato degli odontoblasti.

Istologicamente la massa fondamentale dei denti è costituita dalla dentina, rivestita dallo smalto nella corona e dal cemento nella radice, da un sottile strato di smalto ricoperto da cemento nel colletto. La dentina è un particolare tessuto connettivo. Lo smalto, che riveste come un cappuccio tutta la corona, è durissimo, ha colore bianco e consta di sottilissimi prismi a sezione esagonale uniti da una sostanza cementante. Nei denti vergini lo smalto è ricoperto da una membrana cuticolare, che scompare per usura come inizia la masticazione. Il cemento he ricopre la radice è una sottile crosta di tessuto osseo, di colorito giallastro, intimamente aderente alla dentina della radice stessa. Nella parte centrale del dente, vi è una cavità riempita dalla polpa dentale. La polpa, sostanza molle e rosea, è costituita da connettivo fibrillare, che alla superficie di contatto con la dentina presenta degli odontoblasti (cellule da cui trae origine la dentina stessa). Nella polpa si trovano i vasi e i nervi. L’innervazione fornita da rami terminali del trigemino, è costituita da una fitta rete anastomotica. Col continuo attrito della masticazione si ha un’usura dei denti per smussamento dei margini e delle cuspidi e logorio dello smalto. La dentina messa così a nudo può reagire con nuova apposizione di tessuto normale. Col tempo però la dentina reagisce a questo stimolo irritativo cronico con la formazione di tessuto osseo. Si ha allora la completa obliterazione della cavità del dente con la scomparsa della polpa, dei vasi e dei nervi. Il dente è devitalizzato e destinato a cadere. La caduta dei denti si verifica in genere in età avanzata.